Rete di Riserve della Val di Fassa
Un paesaggio dove natura e uomo sono in simbiosi perfetta
- Un omaggio al pino Cembro pluricentenario della Val Duron
- Lago San Pellegrino ed escursione alla conca di Fuciade
- La splendida Valle di Vajolet
Con i suoi 4 milioni di presenza all’anno il territorio di questa Rete è un interessante esempio di un modo innovativo di pensare al turismo: vocato a offrirsi ai visitatori in tutto il suo splendore è allo stesso tempo impegnato, grazie alla collaborazione delle sue comunità, nella gestione di un patrimonio naturalistico d’eccezione che è parte stessa dell’identità delle comunità che lo abitano.
Dai prati di fondovalle alle praterie d’alta quota, passando per i paradisi geologici delle dolomiti, le complesse aree umide, le fitte foreste di versante e gli anfratti calcarei dove si nascondono preziose varietà vegetali. È straordinaria e rara la biodiversità che questa Rete di Riserve accoglie nei suoi differenti habitat, a diverse altitudini. Volpe, tasso, faina, donnola, cervi e caprioli abitano comunemente le foreste ombrose, mentre i rocciosi ed esposti ambienti in quota sono il regno di maestosi stambecchi, agili camosci e numerose marmotte.
Alcune specie sono particolarmente rare, delicate e per questo particolarmente protette: si tratta dei “relitti glaciali”, specie sopravvissute alle variazioni del clima nel corso dei millenni, solo in alcune aree geograficamente limitate. Costrette in queste regioni dalle glaciazioni di migliaia di anni fa, sono sopravvissute agli aumenti delle temperature seguiti ai ghiacci, rifugiandosi alle quote maggiori.
Pernice bianca, gallo forcello, francolino di monte e il gallo cedrone sono alcuni dei più famosi “relitti” rimasti in Val di Fassa; forse meno famosi, anche se più facili da incontrare nascosti fra i calcari in quota e ugualmente belli, sono la soldanella alpina e l’astro delle Alpi, “relitti vegetali”, oggi soggetti d’eccezione per foto preziose.